Potres u Hrvatskoj
A distanza di 9 mesi (22 marzo 2020) dalla violenta scossa del terremoto di magnitudo 5,4 che colpì Zagabria e tutta la zona nord-ovest della Croazia, arrecando ingenti danni alle abitazioni, agli edifici religiosi e civili e lasciando 20000 persone senza tetto, il 29 dicembre 2020 la terra è tornata a tremare con una violenza di magnitudo 6,4.
L’epicentro è stato localizzato a 44 chilometri a sud-est di Zagabria e la scossa ha devastato i centri abitati di Petrinja, Sisak, Glina e i villaggi circostanti, provocando sette vittime, una trentina di feriti, migliaia di sfollati e enormi danni alle strutture che si sono trasformate in un cumulo di macerie.
Un bilancio drammatico in un luogo gravemente colpito dalla guerra del 1990-95, e mai più ripresosi completamente, con un alto tasso di disoccupazione e fragilità sociale.
La terra non smette di tremare e, con scosse significative, spesso sotto la pioggia e il freddo che complicano le operazioni di soccorso.
Molti villaggi, popolati da anziani soli e privi di telefono, non sono facilmente raggiungibili poiché le strade sono impraticabili per le frane.
I terremotati, fuori dalle loro case distrutte, cercano di ripararsi dal freddo con fuochi improvvisati, terrorizzati dal sopraggiungere di nuove scosse.
La protezione civile è impegnata a liberare le strade dalle macerie e a portare gli aiuti di prima necessità. Molte famiglie e alberghi, lungo la costa croata, hanno offerto ospitalità ai terremotati che purtroppo, non tutti, hanno potuto accettare per non perdere quei pochi beni che sono loro rimasti.
Tanti Paesi, tra cui l’Italia, hanno fatto sentire la loro vicinanza offrendo significativi aiuti: tende, coperte, stufe, container, ecc.
Anche la Fondazione Rehobot ha accolto, nella propria sede, alcune famiglie terremotate di Zagabria e distribuisce pacchi viveri. Tutto questo riguarda l’emergenza.
La Fondazione si proietta nel futuro di questa popolazione e mette in programma un nuovo progetto: la donazione di prefabbricati nei villaggi dove la sopravvivenza è legata all’agricoltura e all’allevamento del bestiame.
Spopolare i villaggi per mancanza di alloggio arrecherebbe un danno maggiore all’economia già fragile del Paese. Ogni più piccola donazione per questo progetto è preziosa.